don Giuseppe Canovai pronuncia il suo primo voto privato di castità, 21 giugno 1924, festa di S. Luigi Gonzaga

Nel giorno della festa di San Luigi Gonzaga don Giuseppe Canovai pronunciò il suo primo voto privato di castità. Era il  21 giugno del 1924 ed aveva solo 20 anni.
Questo desiderio era sorto in lui ben prima, quando la chiamata al servizio del Signore aveva cominciato a farsi sempre più viva e netta nel suo animo.
Il desiderio di questo voto è uno degli elementi che fin da subito appaiono chiari nella sua vocazione: la volontà di mantenersi casto e innocente per il Signore. E’ lui stesso nei suoi diari a raccontare come, accortosi di essere entrato nelle grazie di una collega di studi di giurisprudenza, prese a vestirsi con abiti di taglie più grandi per apparire goffo e impacciato, fino a far desistere la giovane da ogni amicizia. Tanti altri episodi e i suoi continui propositi di perfezione, lo confermano su questa via e lo spingono, mese dopo mese, a lasciare la strada ordinaria per intraprendere la via dell’offerta totale di sé.

Formatosi alla scuola dei gesuiti, trovò certamente in San Luigi Gonzaga il modello ideale da imitare, e, sotto la sua protezione, poté pronunciare il suo primo e sofferto voto. Sofferto, perché il permesso non arrivò subito. Come in tutto il suo cammino sacerdotale, anche per il primo voto dovette soffrire, attendere e obbedire per poter finalmente offrire. Infatti, vista la giovane età e gli studi di legge ancora da finire, il suo padre Spirituale, Padre Rosa S.J, non gli permise subito di pronunciare il voto di castità, ma lo sottopose a un lungo periodo di attento discernimento al termine del quale concesse il sospirato permesso, ma nella modalità del voto rinnovabile ogni anno.

Di seguito, proponiamo la lettura delle pagine di Diario relative a questo giorno. Emerge con chiarezza la gioia e l’ebrezza nel darsi al Signore. Nell’impeto dei vent’anni risalta l’ardore di rispondere alla chiamata di Dio, quella sete del “cervo alla fonte” di adeguare il proprio stato a quello desiderato dal Signore, di preservarsi dal mondo per offrirsi interamente al Cristo.


 

Lauda Sion Salvatore lauda regem et pastorem in hominis, et canticis!

2-Canovai-studentiOh è spuntato quel dì che l’anima bramava come il cervo alla fonte, ed il cieco alla luce, mentre risuona ancora all’orecchio la dolce salmodia del Corpus Domini e la Chiesa celebra festante il giglio della purezza, si sciolga dall’intimo del cuore l’inno del ringraziamento e della lode a Gesù e alla sua misericordia che si degna di legare oggi quest’anima al suo santo servizio. Ah veramente misericordioso è stato con me il Signore che si è degnato ispirarmi nel cuore i sentimenti sublimi del suo amore, il proposito di dedicarmi a Lui Interamente. (…)

Gesù mi ha amato particolarmente e mi ha donato le grazie che riserba ai suoi eletti, ha illuminato la mia mente e ha rinforzato la mia volontà, mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto vedere il vero valore delle cose, mi ha mostrato la bassezza del mondo, la vacuità e la triste tristezza delle cose e dei godimenti terreni e mi ha mostrato l’eccellenza dei beni celesti. Egli mi ha ripetuto “il tuo tesoro sia nel Cielo perché l’uomo ha il suo cuore ove è il suo tesoro” ed ha chiamato il mio cuore nel Cielo formandovi il mio tesoro con i suoi meriti, mi ha mostrato la sua volontà e mi ha chiamato alla sua sequela, mi ha aperto il suo Cuore e mi ha consolato nella tristezza, mi ha elevato nel gaudio dei gaudi celesti, e poi sovrabbondo con me del suo amore, mi ha invitato a rinunciare definitivamente agli amori della terra in cambio dell’amor suo e mi ha promesso in cambio di quest’amore il centuplo nell’eternità e nella contentezza e, nella soddisfazione del cuore, mi largisce ancora il centuplo in questa vita terrena!

Oggi con l’aiuto della sua grazia rispondo al suo Invito! In questo sia offerta che faccio votando a Gesù per un intero anno la mia verginità non intendo di offrire questa sola né di rinunziare soltanto a questo godimento terreno, offrendo a Gesù il voto di questa mattina. Intendo di offrire intero tutto me stesso, vorrei interamente offrirmi a Lui nei triplici voti della vita religiosa, ma questo non mi e concesso, mi è concesso però di unire al voto di verginità una offerta più ampia, di rinunziare cioè fin da ora a qualunque godimento terreno e al desiderio di averlo, intendo cioè fin d’ora di rinunciare ai miei beni e, se non potrò rinunziarvi interamente, vivere distaccato da essi, come se non li possedessi; voto ubbidienza a quanto il mio P. Spirituale e i superiori della Chiesa mi comanderanno e in ogni modo di rafforzare lo spirito di ubbidienza per essere pronto di rinunziare appena potrò alla mia volontà. Ecco l’offerta che oggi presento al mio dolce Redentore e, perché a lui è più cara, la presento sotto il voto di verginità come aspirazione e caparra di purezza e di verginità che sono le virtù che Egli vuole nei suoi eletti perché così sono più simili alle creature del cielo, agli angeli suoi. Eritis sicut angoli Dei.

luigi-gonzagaOh, come l’anima si riempie di colazione e di gratitudine all’Altissimo nella visione di queste grandi gioie che concede ai suoi figli. Oggi è giornata di gratitudine, di gioia, di propositi generosi, ormai non appartengo più al mondo. Gesù si è degnato di stringermi definitivamente al suo Seno, sono ormai di lui. Ogni giorno rinnoverò a lui il mio voto. Lo rinnoverò, se Egli me lo concederà, la ventura festa di S. Luigi; questo mi dà tranquillità e pace, la festa abbagliante del mondo si allontana, vivo nella tranquillità e nella pace, nel contento dell’anima. Oh ora che veramente care al nostro cuore tendono all’Eucarestia oh, ora veramente all’ombra del  vostro Tabernacolo abita l’anima mia.

 Ricordando questa grande grazia che mi ha fatto il Signore devo cercare di corrispondere a tanta prova di amore sempre più generosamente quindi condurre una vita più conforme alla volontà di Dio; il pensiero poi di aver assunto nuovi obblighi in maniera così assoluta con Gesù, mi deve ritrarre sempre più dal peccato e dalle imperfezioni che sono ora ancora più gravi offese alla divina santità, infine il pensiero di essere intimamente congiunto con Gesù consacrato quasi direi a Lui, quasi parte di lui, mi deve far sentire vivissimo orrore di portare su di me anche l’ombra dell’impurità e del peccato, di portare così vicino a Gesù che abita dentro di me, il suo nemico, devo sentire in me, a lui consacrato, qualche cosa di sacro, di consacrato a Lui che devo giurare di non violare mai: questo qualcosa di sacro è l’abitazione che Gesù ha posto in me, ora che mi sono stretto definitivamente a lui nel cammino della vita, pieno di elette benedizioni caparra di godimenti eterni, fonte di eterno tesoro nel Cielo, questo giorno, che nel nome di Luigi Gonzaga e a gloria del S. Corpo Eucaristico di Gesù mi lega definitivamente, oh come dolci al nostro cuore queste mistiche nozze dell’anima che trova il suo Sposo, che l’ha chiamata a sé e in questo trova consolazione e pace perché ha lasciato le peregrinazioni e le tempeste e si riposa su quel S. Costato che è in eterno godimento e pace.

 


Brano tratto dal diario di don Giuseppe Canovai – Roma, 21 giugno 1924