Orrore di sé

da Incendio dell’anima di Mons. Giuseppe Canovai – Orrore di sé

Orrore, spavento di me … terrore della mia miseria … una visione nuova, terribile della mia superbia … l’ho vista in tutto. l’ho intraveduta dove non credevo che fosse mai stata, torbida, limacciosa, invincibile, insuperabile mi sembrava che penetrasse dovunque, che entrasse dappertutto in ogni parola, in ogni pensiero, mi sono sentito tutto fangoso. tutto orribile, tutto impuro non della impurità del corpo, ma di quella ancora più ripugnante dello spirito; ho sentito l’orrore che Dio doveva avere di me e mi sono spiegato l’abominazione dell’abominazione Satana … Ho sentito che tutto quello che facevo per purificarmi era nulla, che il male insorgeva da tutte le fibre del mio essere ed ho invocato a Cristo con tutte le risorse sorse del mio essere che mi purificasse ed ho gridato, spaventato come un bambino, che io non potevo, non sapevo, che non sarei mai riuscito… ed ecco… mi sono affissato sulla venuta del mio Dio … ed ho abbracciato il mistero dell’Incarnazione tutto, dal seno di Dio al fondo dell’anima mia ove attraverso la purezza di Maria, il sangue della Croce e il pane della Vita, Gesù è venuto a nascondersi e l’ho sentito soprattutto come un abisso infinito di umiltà e l’abisso mi ha inghiottito, mi ha divorato.

Oh mistero che non hai forma, che non conosci espressione, Tutto che ti fai nulla, luce che ti veli di tenebre, Vita che ti fai morte, Dio che ti fai pane, infinito che ti manifesti finito divino, divino annientato, o carità che ti consumi e ti doni, o abisso infinito o amore che ti fai croce, o Verbo che ti doni nel sangue e nel sangue mondi e rinnovi, o infinito immobile, nascosto e velato, fatto corpo e fatto sangue, fatto vita che si disperde e si diffonde in ogni uomo, che illumina ogni anima che viene in questo mondo… e illumini me, oh mio Dio… me… ancora per me, o Dio, un raggio di quel mistero… per me il più tristo, il più impuro… per me impurità… e vergogna vergogna… io sentivo di non poterti guardare, mio Cristo, mio Dio, ma tu mi ripetevi che solo nel raggio di quel mistero è la vittoria di ogni superbia e la fonte di ogni purezza.

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