Il Diario

passione-per-cristoL’Associazione Vittorio e Tommasina Alfieri – Opera Familia Christi,  attore della Causa di Canonizzazione di don Canovai, annuncia la pubblicazione della prima pubblicazione integrale del suo Diario: con il titolo Passione per Cristo, Diario di Mons. Giuseppe Canovai sono raccolti in tre volumi tutti i quaderni scritti dal Servo di Dio.

Florian Kohlfhaus (a cura di), Passione per Cristo. Diario di Mons. Giuseppe Canovai, 3 voll., Cantagalli,, Siena 2015, ISBN 978-88-6879085-1, pp. 1586, € 60, pref. Cardinale Pietro Parolin.

 


diario-canovai-sangueIl Diario di Don Giuseppe va, in modo più o meno costante e con qualche sospensione, dal 1919 al 1942, dai suoi 16 ai 38 anni. E’ composto di quaderni di vario formato, molti fabbricati da lui, fitti di una calligrafia agile ed espressiva. E’ complesso nella sua stesura: egli molte volte non scriveva di seguito, intarsiava, incastrava una data, un brano, dove pensava meglio. Scriveva al diritto, proseguiva al rovescio del foglio o parecchi fogli più in là, seguendo un suo ordine di pensieri.

Il diario era per lui il suo confidente, non solo scriveva, ma rileggeva, rimeditava, confrontava. Lo iniziò come un aiuto alla sua perseveranza, come un magazzino di idee, lo proseguì come un sostegno: da uno sforzo di principiante si trasformò in atto volitivo per ben medi¬tare, divenne abbondante di pensieri e propositi in una piena crescente, frenata, ma non fermata da una carat¬teristica frase del suo direttore spirituale Padre Enrico Rosa S. J.: “Scrivi di meno e dormi di più”.

Il Diario fu per lui lo specchio della sua anima, lo strumento della riflessione su se stesso, il deposito dei suoi propositi, il controllo dei suoi difetti. Nulla dimenticava e certe pagine impegnative le firmò come un documento dinnanzi a Dio: più tardi alcune le scrisse con il suo sangue come irrevocabile chirografo di consacrazione.

Quello che appare nel Diario non è che una parte della personalità di Mons. Canovai, la parte intima, nascosta ai più e segreta. Questo può far sorgere l’impressione che Don Canovai fosse un uomo triste quasi di una mestizia cronica, incontentabile, che vive in una tormentosa tensione verso una mèta mai raggiunta.

Al contrario, sul suo labbro, sul suo volto era presente un fine e pronto umorismo. Don Giuseppe lo si potrebbe definire un artista dell’allegria, che non degenerava mai in chiasso, ma che infondeva gioia, serenità e fiducia in chi lo accostava: uno stile autenticamente romano di letizia e giocondità. E con il suo brio parlava anche delle cose più serie ed impegnative, delle cose riguardanti il mondo dello spirito, rivelando la sua passione interiore originata dalla sua profondissima pietà.

Alcuni brani estratti dal Diario:

Il periodo giovanile

Esercizi spirituali e meditazioni

Sacerdozio

In Argentina

Penitenza e preghiera